23/05/08

Lavorare nella speranza

"L'uomo diventa grande quando nella sua piccolezza raccoglie la grandezza dei cieli e lo splendore della terra e al Padre comune li offre in adorazione e in amore."
Enrico Medi
All'inizio di questo blog, quando si è trattato di scegliere un titolo, non ho avuto problemi perché da tempo pensavo dentro di me ad...un alba nuova che mi facesse condividere qualcosa di bello attraverso internet, in quanto pensavo di poter avere con questo strumento la possibilità di condividere e comunicare con tanta gente la nostra esperienza di vita. Quando mi è stata chiesta una descrizione del blog, ho pensato che la "speranza quotidiana" vissuta nelle piccole e grandi cose che attraversano la mia giornata, poteva essere l'unica risposta che potevo dare. E così oggi, come nei giorni passati in quest'ultimo periodo, lavorando con il decespugliatore per ore e ore per cercare di tagliare il più in fretta possibile l'immensa distesa di fieno che grazie alla pioggia ha pensato bene di crescere più forte e rigoglioso di prima, pensavo a quanto era bello, per me, ogni anno, collaborare con la creazione con questo semplice lavoro: non sempre quando si taglia qualcosa, c'è la possibilità di far sbocciare di nuovo qualcosa di meglio, ma l'erba dei campi rinasce sempre, più forte e più bella che mai, e m'incanta con il suo splendore soprattutto quando la distesa è colorata da infiniti fiori dei campi che, come mi diceva una persona, oggi non si trovano più, tipo i papaveri, a causa dei diserbanti! E mi dispiace un po' tagliare...qualche consorella mi dice scherzando che ...sembra siano passati i vandali! Ma mi piace lavorare, mi piace ringraziare Dio mentre lo faccio per il dono della salute che mi permette di poterlo fare e anche perché so che questo servizio aiuterà le mie sorelle a gioire delle bellezze che il Signore ci ha donato e ci dona ogni giorno. I monasteri in genere sono sempre situati in mezzo ad uno spazio verde molto ampio e custodire l'aria pulita che si respira appartiene anche al sudore della fronte. Buona Domenica!

13/05/08

Solitudine o relazione?

Spesso mi viene chiesto come viviamo in clausura e mi si chiede di rispondere a delle domande sulla mia vita perché la nostra vita lascia perplessi e per la maggior parte delle persone è incomprensibile. Credo che la difficoltà maggiore sia capire come delle donne, sane di mente, possano passare tutta la loro vita chiuse tra quattro mura, più o meno ampie, da sole, passando le loro giornate in un clima di solitudine silenzio e preghiera. Oggi questa è la contraddizione più grande, perché la stragrande maggioranza delle persone vive una solitudine pazzesca, quando si parla con qualcuno, il più delle volte non è perché la relazione è importante, ma perché non se ne può fare a meno: ci si parla per motivi di lavoro, di convenienza, di egoismo o semplicemente per caso. Ma cercare qualcuno perché è importante per me parlare con te, perché la tua vita riempie la mia, perché il tuo modo di vivere e di pensare arricchisce il mio, perché la tua diversità mi aiuta a capire e a realizzare il mio sogno, che Dio ha messo nel mio cuore, questo forse non si trova dietro l'angolo della strada della nostra esistenza quotidiana. Al contrario si vive sempre più dentro una paura che l'altro disintegri anche quel piccolo briciolo di spazio, che con fatica e con sofferenza, sei riuscito a ritagliare e a recintare, dove poter almeno respirare, se non riesci proprio a vivere una vita felice. E in monastero come si fa a vivere dentro questa dimensione così forte che non sia fuga, che non sia isolamento o alienazione ma che sia invece rapporto vero e profondo, sincero e reale, personale e comunitario, che non sia una facciata esteriore per portare avanti chissà quale progetto aziendale o per garantirsi una relativa tranquillità economica e sociale? Entrando in convento sapevo di affrontare una sfida: sapevo che avrei condiviso tutta la mia vita con delle persone che non avevo scelto e che non conoscevo, che insieme a loro avrei cercato di realizzare un sogno, quello di rendere visibile attraverso la nostra vita, l'esperienza della Trinità, perché questa è ed era la vocazione alla quale mi sentivo chiamata e perché questa era ed è l'unica gioia che nell'incontro con l'Altro resterà per sempre. Una mia consorella, Suor Elisabetta della Trinità, ha scritto alcune righe nel tentativo di esprimere a parole la sua scoperta di vivere dentro un amore che non era solitudine, ma pienezza e comunione :"Mio Dio, Trinità che adoro, aiutatemi a dimenticarmi interamente, per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell'eternità;che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene, ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero. Pacificate la mia anima, fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del vostro riposo; che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede, tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice. O miei TRE, mio Tutto,mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo." Questo giocarsi la vita per realizzare questa possibilità non è qualcosa che puoi chiudere dentro un quaderno con delle regole da seguire, ma è certamente un desiderio profondo che ti cambia gli istanti della tua vita perché ti spingerà sempre verso un Amore e spingerà altri verso la stessa direzione. Non si è mai soli quando si è amati e quando si ama qualcuno! Un altra consorella, ancora più amata da tutti noi, Santa Teresa di Gesù Bambino, ha scoperto un giorno che...la sua vocazione, nella chiesa, era l'Amore! Forse la nostra vita ha solo questo scopo: scoprire l'Amore e cercare di viverlo fino in fondo.

05/05/08

Nella Casa del Padre ci sono tanti posti!

Domenica, ascoltando il Vangelo dell'Ascensione, mi colpiva particolarmente questa frase del Signore, perché pensando al mistero che ci attende nella Casa del Padre, è difficile immaginare la dimensione e la capacità di un luogo ed è ancor più difficile riuscire ad immaginare o anche solo a pensare il Signore che ...in questo luogo, ci prepara un posto dove un giorno andremo a vivere! La fantasia può arrivare solo fino ad un certo punto e poi il nostro limite umano accetta di vivere il mistero e si ferma. Ma quando senti che un semplice giorno di vento porta improvvisamente a ...Casa...decine di migliaia di fratelli e sorelle, che lascia nella povertà più immensa milioni di poveri, che disperde come foglie intere generazioni, allora ti viene spontaneo pensare che la vita è proprio solo una notte passata in un brutto albergo, come direbbe una santa e che il giorno ci verrà incontro con tutta la sua forza e la sua bellezza per prenderci per mano e per illuminare le nostre attese. Io Sono con Voi fino alla fine dei tempi.

02/05/08

vivere!

Poiché morire bisogna, tanto vale provare a vivere!
Non è uno slogan, ma è una bella frase che un mio superiore ci ha regalato al termine di una giornata intensa nella quale abbiamo guardato in faccia alcuni problemi che ci stanno particolarmente a cuore e abbiamo vissuto l'inizio di una conoscenza reciproca, dato che lui è stato appena eletto alla guida della nostra provincia religiosa. Condivido questo momento significativo della mia vita anche se non entro nei particolari perché mi sembra che oggi più che mai sia importante provare a vivere piuttosto che anticipare la morte che, per noi e per gli altri, non mancherà di arrivare a suo tempo. ciao!